Eccoci, Signore, davanti a te.
Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.
Ma se ci sentiamo sfiniti,
non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,
o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.
È perché purtroppo molti passi li abbiamo consumati
sulle viottole nostre e non sulle tue:
seguendo i tracciati involuti
della nostra caparbietà faccendiera,
e non le indicazioni della tua Parola;
confidando nella riuscita delle nostre estenuanti manovre
e non sui moduli semplici dell’abbandono fiducioso in Te.
Forse mai come ora sentiamo nostre le parole di Pietro:
Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla.
Ad ogni modo vogliamo ringraziarti ugualmente.
Perché facendoci contemplare la povertà del raccolto,
ci aiuti a capire che senza di te non possiamo fare nulla.
Ci agitiamo soltanto.
Grazie Signore perché continui a scommettere su di noi.
Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini.
Anzi, ci metti nell’anima un così vivo desiderio di recupero.
Spogliaci, Signore, di ogni ombra di arroganza.
Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza.
(T. Bello)