Giovedì 11 aprile il vescovo Italo ha incontrato Papa Francesco, nel contesto della visita ad limina dei vescovi toscani. Qui nella foto durante un abbraccio fraterno in piazza S. Pietro.
Al termine della visita ad Limina mons. Italo Castellani diffonde il seguente messaggio:
È stato un incontro molto bello, con il tono di un ritrovarsi di un padre con i suoi figli, che fin da subito, con un gesto del papa, ha assunto un carattere familiare: infatti dopo un primo saluto, un abbraccio fraterno, papa Francesco ci ha chiesto di avvicinarci con le seggiole, fino a quel momento schierate ad una certa distanza, lontananza che non favoriva il contatto e la familiarità.
Un incontro che ha assunto subito lo stile dell’ascolto: ciascuno di noi – eravamo 11 vescovi della Toscana in questo primo gruppo che il papa ha ricevuto giovedì scorso – ha presentato in una breve sintesi la situazione, le preoccupazioni e gli aspetti positivi, le gioie e le speranze, della propria diocesi. Un incontro che è proseguito nel dialogo, approfondendo le tematiche già affrontate ed emerse negli interventi di ciascun vescovo.
Fra questi temi mi piace ricordare la prospettiva di mettere allo studio – nella ricerca di possibili nuove soluzioni – la situazione della sofferenza delle famiglie che hanno perso l’unità, perché i coniugi sono divorziati o risposati; come lo sforzo per un rinnovato impegno della comunità cristiana per l’iniziazione alla vita cristiana delle giovani generazioni, associato allo slancio missionario da ritrovare da parte dei fedeli laici, il tutto senza cadere nella tentazione del clericalismo che può affliggere sia i presbiteri che gli stessi fedeli laici; altro tema approfondito è stato quello della pastorale vocazionale che necessita – non solo da noi! – di un rinnovato slancio propositivo e dello sforzo per invitare le giovani generazioni a vivere la vita come vocazione totale e che prevede come risposta la famiglia, il ministero ordinato o la vita consacrata. È stato un incontro che, anche alla luce dei primi interventi di papa Francesco nel suo pontificato, ha fatto scaturire in me, anche utilizzando le sue stesse espressioni, queste riflessioni ed indicazioni per una rinnovata vitalità missionaria delle nostre comunità parrocchiali e per un rinnovato agire pastorale dei preti:
- “Pastorale dell’orecchio”- e queste sono proprio le sue precise parole nel nostro incontro – a significare un religioso e costante ascolto delle persone e delle sempre nuove situazioni che giorno per giorno ci troviamo ad affrontare.
- “Pastorale dei piedi” – che così papa Francesco ha definito a partire da una delle sue prime indicazioni all’indomani della sua elezione a papa – che vuol dire “camminare in avanti e verso le periferie esistenziali che segnano la vita dell’uomo ai nostri giorni”.
- “Pastorale del cuore” che emerge dal suo continuo invito a scrutare l’amore e la misericordia che Dio ha manifestato verso ogni persona – ferita fisicamente o nella vita interiore o morale – così come ci testimonia Gesù nel vangelo.
Un incontro che mi ha dato anche la possibilità di sussurrare al papa l’invito a visitare la nostra Chiesa locale e la nostra Città e territorio della lucchesia, assicurandogli l’affetto e la preghiera di tutti noi, sentimenti scaturiti fin dall’annuncio della sua elezione a “Vescovo di Roma” che presiede, nella carità, l’unità di tutte le Chiese sparse nel mondo. Per la verità, le volte – e sono state diverse – in cui ho nominato la Città e la Diocesi di Lucca – considerate anche le notizie apparse sulla stampa locale di una ventilata provenienza della madre da famiglie del nostro territorio lucchese – devo confessare che da parte sua, come mi sarei aspettato, non ho notato alcuna reazione che manifestasse un seppur vago richiamo di conoscenza e di appartenenza verso la nostra Terra di lucchesia. A proposito di una possibile visita alla nostra Chiesa e alla nostra Città ho preso tuttavia diretto e preciso contatto con i suoi più stretti collaboratori i quali – come in ogni modo sarebbe ed è necessario procedere – mi hanno invitato a scrivere una precisa lettera d’invito al papa per chiedergli di venire nella nostra Diocesi. “Tentare non nuoce” mi è stato detto “ma c’è un mondo intero che attende una visita del Santo Padre!”. Per questo da parte mia inoltrerò quanto prima – facendomi voce di tutta la popolazione della nostra terra di lucchesia – la richiesta e l’invito al Santo Padre per venire a visitare il Volto Santo e a riconfermare nella fede la nostra comunità di discepoli del Signore: questo sarebbe davvero un grande dono, perché tutti abbiamo bisogno di riconfermarci sulla via di Dio, così come Gesù ce l’ha indicata nel suo vangelo!
+ Italo Castellani
dal sito della Diocesi di Lucca