«Egli è vicino, è alle porte»

«Egli è vicino, è alle porte»

La liturgia ci fa ascoltare oggi delle pagine difficili della Scrittura: Daniele cap. 12 e Marco cap. 13.

Il genere letterario che le accomuna è quello detto “apocalittico”. Non si tratta di profezie sulla fine del mondo, ma sulla constatazione credente della necessità della fine di un mondo. Questa sottolineatura è capitale per non interpretare le parole di Gesù come una previsione letterale della catastrofe finale.
Laddove i falsi profeti continuamente annunciano la fine totale, il Signore si limita ad annunciare che la fine è “vicina” non come catastrofe, ma come “estate” in cui si raccoglierà.

“Dalla pianta del fico” siamo chiamati a imparare a interpretare la parabola non detta, che è la nostra vita, come tassello della storia della salvezza di Dio con l’uomo.

Una cosa sola rimane certa: “Egli è vicino, è alle porte”.

Siamo chiamati a divenire profeti di un’estate sempre più “vicina” lasciando che i rami della nostra vita – i pensieri, le parole, i gesti, persino i ricordi – si facciano più teneri, perché dal loro tronco germoglino le foglie di una carità sempre più attenta e delicata.