«Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati».
Atti. 2,42-47
Questa lettura tratta dagli Atti degli Apostoli è un ritratto vivissimo di una “nuova generazione”, di un’altra esistenza, di una città più umana, la Gerusalemme dei credenti nel Risorto. Questo modello ideale, dipinto da Atti 2 con entusiasmo e con un pizzico di utopia (vedi infatti il successivo peccato egoistico di Anania e Saffira nel cap 5), è strutturato su quattro componenti che costituiscono quasi le colonne di questo nuovo edificio spirituale.
L’ insegnamento degli apostoli: non c’è comunità cristiana senza la conoscenza e dunque senza la predicazione del Cristo, dal momento che «non c’è fede senza predicazione», come ricorda l’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani.
La koinonia – comunione : l’unione fraterna sperimentata esteriormente nella comunione dei beni e nella totale eguaglianza socio-economica. Per costituire una comunità non basta che un certo numero di cristiani si ritrovi la domenica per compiere un atto liturgico, è necessario che essi costituiscano una comunità-famiglia per l’intera settimana.
Lo spezzare il pane : è il terzo elemento e allude al rito eucaristico, memoriale della Pasqua di Cristo, a cui si accompagnava il banchetto dell’agape/amore (vedi 1 Corinti 10-11) in cui i presenti condividevano il proprio cibo, realizzazione visibile dell’unità e dell’amore postulati dall’eucarestia.
Le preghiere : richiama probabilmente il culto al tempio che esprimeva sentimenti e mentalità tipiche del mondo da cui provenivano i primi cristiani, ma che era vissuto ora con uno spirito nuovo e “d’ un sol cuore” (Atti 5,12).