Di quanta bellezza abbiamo bisogno per sopravvivere a questa fine di civiltà? Di quanta bellezza per lottare contro la tentazione della disperazione, della rassegnazione, al prevalere del timore? Di quanta bellezza per credere ancora che l’uomo sia il capolavoro immaginato da Dio? Seguendo Gesù nel deserto, in questo cammino di quaresima, vogliamo risorgere nell’anima.
Gesù sale sul Tabor per pregare, insieme ad alcuni fra i suoi discepoli. E lì, per la prima volta, lo vedono in maniera diversa. Vedono oltre le apparenze. Vedono nel Maestro lo splendore del Padre. Ne hanno bisogno, nel loro percorso di vita interiore, per capire con chi hanno veramente a che fare. Ne hanno bisogno per ascoltare ciò che ha da dire. Ne hanno bisogno per capire che Gesù e il Padre hanno un rapporto unico, speciale, straordinario. Ne hanno bisogno, anche se ancora non lo sanno, per salire su altro promontorio, fuori dalla città, il Golgota.
La nostra vita di fede è faticosa e claudicante finché non sale sul Tabor. Possiamo sforzarci ed eroicamente imporci mille mortificazioni ma se non intravediamo, almeno una volta nella vita, la bellezza di Dio, non avremo in noi stessi la motivazione per credere. Sul Tabor Pietro, Giacomo e Giovanni vedono Gesù con sguardo nuovo. La bellezza di Dio li travolge, per un attimo. Tutti siamo chiamati a sperimentare la bellezza di Dio, anche solo per una volta nella vita. Raptim, direbbe sant’Agostino, “fugacemente”. Per farlo dobbiamo ritagliarci degli spazi di silenzio, dedicarci del tempo, metterci in sintonia con la natura.
Forse ci è capitato di essere invasi dalla bellezza: durante una preghiera comunitaria, o di fronte allo spettacolo di un tramonto o il sorriso di un neonato. Attimi in cui tutto ci è chiaro, evidente, trasparente. L’uomo è fatto per la bellezza e della bellezza si nutre ma, drammaticamente, può usare della propria libertà per sfigurare e stravolgere questa bellezza.
Quaresima è il tempo del combattimento, dell’allenamento, del tornare a vedere. Per farlo, come suggerisce il Padre, dobbiamo ascoltare. Ascoltare il Figlio, ascoltare la Parola, ascoltare noi stessi, ascoltare ciò che di bello ha da dire l’uomo, ogni uomo. La bellezza è esperienza che scaturisce dall’ascolto. E la Quaresima è, appunto, il tempo dell’ascolto. Se sono cristiano, se ancora cerco, dopo avere trovato, è solo perché Dio è bellissimo.