Gesù presenta due parabole che annunciano la potenzialità, la potenza e la forza che c’è nel suo messaggio.
Dice Il Regno di Dio…, lo sappiamo il Regno di Dio è la società alternativa venuta a proporre da Gesù, una società in cui al posto dell’accumulare per sé ci sia la gioia di condividere, e dove anziché comandare ci sia il servire.
Il seme è la sua parola, il suo messaggio. La predilezione di Gesù per immagini che riflettono la vita agricola indica che nel suo messaggio, nella sua buona notizia, c’è una forza che scatena il processo vitale per la crescita e la maturazione dell’individuo.
Dice Gesù: Dorma o vegli, di notte e di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente (letteralmente automaticamente), prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Si mette mano alla falce perché è venuta la mietitura.
Questa è l’immagine di grande gioia. Bisogna rifarsi al mondo agricolo quando la festa della mietitura è la festa più importante, basta pensare come viene cantata e osannata nei Salmi.
Il salmo 126 dove si legge Mieterà con gioia.
Quindi non è un’immagine negativa, un’immagine di giudizio, ma è l’immagine della piena gioia, la persona realizza se stessa ed entra nella piena felicità quando, come Gesù, riesce a donare se stessa.
Quello che Gesù ci sta assicurando è che l’uomo e il messaggio di Gesù sono fatti l’uno per l’altro. Se non si incontrano rimangono sterili, ma quando si incontrano l’uomo potenzia e libera tutte quelle potenzialità, quelle forze, quelle energie d’amore che l’incontro con la parola di Gesù, l’incontro con la buona notizia, riescono a liberare.
E continua Gesù: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio e con quale parabola possiamo descriverlo?”
Dice Gesù: “Esso è come un granellino di senape”, il granellino di senape, lo sappiamo, è minuscolo, non ha neanche un millimetro di diametro, “Quando viene seminato per terra è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra, ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti… “ e qui Gesù crea attesa.
Uno s’aspetterà, conoscendo la profezia di Ezechiele, che ne nasca il più grande di tutti gli alberi, invece Gesù dice con profonda ironia: “Diviene il più grande di tutti gli ortaggi”. L’albero della senape, l’arbusto della senape cresce nell’orto di casa. È un arbusto insignificante, non richiama l’attenzione per la sua magnificenza. Raggiunge un metro e mezzo nei punti più adatti, lungo il lago di Galilea a volte raggiunge anche i tre metri, ma è una pianta comune, anzi è un infestante e non richiama l’attenzione.
Cosa ci vuole dire Gesù? Che il regno, anche nel momento del suo massimo sviluppo, non sarà appariscente, trionfalistico, spettacolare, ma una realtà modesta. Quindi con queste due 2 parole Gesù assicura a colui che accoglie il suo messaggio che questo porterà dei frutti, perché ha una potenza grande, soltanto che richiede pazienza, perché il processo di crescita è lento.
L’altro messaggio è che il regno di Dio c’è già, non bisogna aspettarsi chissà quali spettacolari manifestazioni di questo regno, sono piccole realtà modeste, ma vive e vivificanti. Quindi il regno di Dio esisterà dove ci sono le comunità che hanno accolto il suo messaggio.