Bisogna pagare la tassa ai romani?
Gli erodiani pensano di sì, i farisei pensano di no.
Cosa dirà il falegname diventato rabbino?
Dirà di pagare il tributo, scontentando l’anima secessionista e diventando un collaboratore?
Dirà di non pagarlo unendosi all’ infinita schiera dei ribelli populisti?
La malevolenza e l’inganno si combattono solo con la scaltrezza.
Gesù chiede una moneta a chi si rifiuta di pagare il tributo, a coloro, i farisei, che nemmeno toccano il conio con l’effige
dell’imperatore per non peccare di idolatria. E loro la prendono dalle tasche per mostragliela.. Idioti.
Intransigenti, in teoria, accomodanti, in pratica. Come facciamo anche noi.
La frase di Gesù è misteriosa, di difficile comprensione.
Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
In greco, la lingua dei Vangeli, esiste una sfumatura essenziale: restituite.
Restituite: nulla è vostro. Non possedete nulla, di nulla avete diritto, non accampate crediti verso nessuno. Già qui potremmo fermarci.
Perché continuo ad incontrare gente arrabbiata, irritata, polemica, che pensa di essere a credito con la vita. Che scarica sugli altri la colpa della loro infelicità. Che invoca e cerca un colpevole cui addossare la responsabilità dei propri presunti fallimenti. E ne incontro sempre di più.
Adolescenti mai cresciuti imbronciati e polemici, aggressivi e ottusi.
La colpa è dei romani.. E delle tasse.. E dei movimenti religiosi che non appoggiano Erode.. E del Messia che non viene..
E chi dice di essere il Messia non ci piace…
Restituite a Cesare.
Cesare è il potere politico, amministrativo, economico.
Che oggi ha quasi assunto una forma simbolica.
Le multinazionali, i poteri oscuri.
Qualcuno che vive per fregarci, per dominarci, per controllare le nostre vite e orientare i nostri bisogni. È vero. In parte. Perché il potere glielo abbiamo dato noi. Votandoli, delegando, comprando i loro prodotti.
Restituite a Cesare significa rimboccarsi le maniche: a scuola, nell’associazionismo, nel quartiere, in politica.
Facendo nuove tutte le cose, ragionando con una logica alta e altra.
Se non portate voi lo stile del Vangelo nel vostro ufficio, nessuno lo farà.
E la correttezza, e l’onestà, e la competenza, e la verità.
Stare alla porta e giudicare senza fare niente è contro la logica di Dio.
Restituite a Dio.
Perché tutto ciò che siamo, tutto ciò che viviamo e speriamo, tutto ciò che ci rende veri e liberi, tutto proviene da Lui. Anche con Dio, troppe volte, pensiamo di essere a credito, che ci debba delle ragioni, che si debba spiegare per tutte le cose che non capiamo, per tutto quello che, al mondo, non funziona. Gesù, invece, ci propone di entrare nella sua logica, che è altra, che è forte, che è oltre.
Coltivare la propria vita interiore, accudire la propria anima significa restituire a Dio ciò che siamo, fiorire in Lui, crescere fino all’incontro.
Viviamo, oggi, l’invito di san Paolo (1Cor 4,6) :
Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?
E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come non l’avessi ricevuto?