Gesù sa che dietro la domanda del rissoso fratello c’è una questione di soldi e ne approfitta per fare una riflessione sulla ricchezza.
A parole, sempre, siamo tutti liberi e puri, francescani connaturali.
Proviamo tutti un connaturale pudore nei confronti del denaro, lo consideriamo qualcosa di pericoloso, di sporco, di ambiguo. Una persona ricca è sempre guardata con sospetto e, specie nel nostro mondo cattolico, siamo sempre in imbarazzo a parlare di denaro.
Gesù, paradossalmente, è molto libero a tal proposito: non dice che la ricchezza è una cosa sporca. Dice solo che è pericolosa.
Guardate al pover’uomo della parabola: un gran lavoratore, non ci viene descritto come un disonesto, né come un avido, anzi, fa tenerezza la sua preoccupazione di far fruttare bene i suoi guadagni per poi goderseli in pace…
La sua morte non è una punizione, ma un evento possibile, sempre nell’ordine delle autonomie delle cose del mondo creato.
Chissà: forse troppo stress, troppo lavoro, troppe sigarette sono all’origine della sua morte improvvisa, non certo l’azione di Dio.
Gesù ci ammonisce: la ricchezza promette ciò che non può mantenere, ci illude che possedere servirà a colmare il nostro cuore.
Come leggiamo nell’acida riflessione del Qoelet nella prima lettura di oggi “vanità di vanità”, anche noi constatiamo come sia inutile affannarsi ad accumulare ricchezze di cui altri godranno.
Il nostro mondo suscita bisogni fasulli per colmare il grido di assoluto che scaturisce dal nostro cuore e che Dio solo può colmare.
Un po’ di essenzialità, allora, ci può aiutare a ricordarci che siamo pellegrini, che la ricchezza ci può ingannare, e che chi ha avuto dalla Provvidenza un po’ di fortuna economica, è per accumulare tesori in cielo aiutando i fratelli più poveri.
La Parola di propone un grande esame di coscienza collettivo, senza farci inutili sensi di colpa, proponendoci essenzialità nel gestire le cose della terra, assoluta correttezza per chi, nelle comunità, deve gestire il denaro a servizio dell’annuncio del Regno.
Andiamo all’essenziale, come il Signore ci chiede, lasciamo che siano le cose importanti a guidare la nostra vita, le nostre scelte.
Non di soldi, ma di ben altre ricchezze ha bisogno il nostro cuore, di beni immensi, di tesori infiniti. Della tenerezza di Dio.