Domenica scorsa ci siamo concentrati sulla domanda che Gesù rivolge direttamente agli apostoli: «E voi, chi dite che io sia?». Oggi l’identità del Signore si arricchisce di nuove indiscrezioni: Gesù è mite e umile di cuore. Mitezza ed umiltà sono caratteri fondamentali della persona del Figlio di Dio: tuttavia sarebbe erroneo e anche un po’ ingenuo pensare che per essere dei buoni cristiani bastasse avere un temperamento mite e un atteggiamento umile…
Insieme con la mitezza e l’umiltà, è necessario accogliere il giogo del Signore. La mitezza e l’umiltà sono appunto necessarie per affrontare il buon combattimento della fede (come lo definisce san Paolo). È il fine che dà valore agli atteggiamenti, i quali – mitezza e umiltà – potrebbero essere un modo elegante per chiamare il disimpegno e la viltà. Al contrario, per essere autenticamente cristiani ci vuole coraggio e fortezza! A loro volta, se non vengono accordati a mitezza e umiltà, il coraggio degenera in temerarietà, e la fortezza può facilmente assumere i tratti dell’arroganza e della prepotenza.
Il giogo di Cristo: verrebbe da pensare alla croce, ma la croce non sembra per nulla un giogo dolce e leggero: non lo fu per Gesù, non lo è neanche per noi. Il Signore definisce il suo giogo dolce e leggero, in contrapposizione al giogo che i farisei avevano posto sulle spalle dei poveri, fatto di centinaia e centinaia di prescrizioni, la cui osservanza integrale era praticamente impossibile. Il giogo di Cristo consiste nell’imitarlo sulla strada dell’amore misericordioso e compassionevole verso il prossimo. Questo giogo non si impone con la violenza. Non si può costringere nessuno ad amare come ha amato il Figlio di Dio; si può solo scegliere per sé. Per lo stesso motivo, durante l’ultima cena, il Signore sentì il bisogno di lavare i piedi ai Dodici: viene il momento in cui le parole non sono più sufficienti; è necessario passare ai fatti. In una civiltà come la nostra, dove anche la parola è inflazionata, mancano i fatti, mancano i testimoni, che parlano meno, ma si rimboccano le maniche.