Gesù è risorto

Gesù è risorto

È pia e devota la fede delle donne che, il giorno dopo il sabato, vanno a completare ciò che non sono riuscite a fare quel tragico venerdì. Cercano il loro Maestro, drammaticamente travolto dagli eventi. Lo cercano con disperazione e rassegnazione. Vogliono restituire una parvenza di dignità a quell’uomo che hanno amato e seguito.
Che le ha amate e istruite.
Dio è già altrove. Risorto.

Fuggire il sepolcro
Devono allontanarsi dal sepolcro, non vegliarlo. Andarsene altrove, là dove il Signore le aspetta. È risorto, il Nazareno. Non rianimato, né reincarnato, splendidamente risorto. Nemmeno sappiamo bene cosa significhi essere risorti, nessuno è mai risorto come lui.
Lazzaro è tornato in vita, ma morirà, di nuovo.
Gesù no. È vivo. Splendido. Non un fantasma, non un ectoplasma.
È proprio lui: si fa riconoscere attraverso dei segni, mangia con i suoi sbalorditi discepoli.
Gesù è risorto, cercatori di Dio.
Che ce ne accorgiamo o meno, che lo crediamo o meno.
È risorto. E tutto cambia, ogni cosa assume una luce diversa. Allora il Nazareno non è solo un grande uomo, un rabbi, un profeta. È di più.

Terremoti
Matteo, nel suo racconto, parla di due terremoti: uno alla crocefissione e uno alla resurrezione. Terremoti interiori, che il discepolo sperimenta quando vede la misura dell’amore di Dio che muore, sconfitto, per mostrare quanto ci ama. Terremoto che siamo chiamati a vivere quando scopriamo che il Maestro è vivo e lo possiamo incontrare.
E, davanti alla resurrezione, possiamo essere donne o guardie.
Donne: discepoli che amano il Maestro, lo seguono, lo individuano nelle pieghe della propria vita, della storia. Discepoli fragili e incapaci di togliere le tante pietre che chiudono il sepolcro. Pietre interiori, drammi del passato, errori commessi. Tutto ciò che ci impedisce di vivere da risorti.
L’angelo ribalta la pietra e vi si siede sopra.
Somma ironia.
Guardie: pagate (come Giuda, di nuovo il denaro!) per mentire, per sconfessare l’evidenza, per non avere guai. Per loro la resurrezione è inciampo, inghippo, problema. Come per la nostra civiltà occidentale distratta e feroce, arrogante e decadente che nega l’evidenza, che irride la fede, che scorda se stessa e le proprie radici.

Conversioni
Buona Pasqua, discepoli del risorto. Buona Pasqua, voi che avete superato la croce e che seminate speranza e luce. Buona Pasqua anche a chi è rimasto inchiodato al Golgota, come Tommaso, come Pietro. Avremo ancora del tempo per convertirci alla gioia, dopo esserci convertiti alla logica di un Dio che muore per amore. Buona Pasqua, perché se Gesù è risorto dobbiamo cercare le cose di lassù. Lasciare in fretta il sepolcro, perché la morte non è riuscita a custodire la forza immensa della vita di Dio. Raccontatelo, che Gesù è vivo: pochi lo sanno. Anche i cristiani sembrano esserselo dimenticato.  Eppure è tutta in quella tomba la nostra fede.
Lo so bene, è un momento difficile per la nostra rissosa e squallida Italia che ha perso l’anima. Perciò dobbiamo risorgere. E non venitemi a dire che non siete capaci, che nessuno vi ascolta. Quel buontempone di Gesù ha affidato il più prezioso messaggio della storia dell’umanità a donne che non avevano diritto di parlare in pubblico! Animo, allora. Viviamo da risorti, cerchiamo le cose di lassù.

Sepolcri
E se ancora dubitate fatevi un giro a Gerusalemme, in uno dei posti più brutti della cristianità, una basilica sporca e caotica in cui prevalgono le grida dei devoti. In quella basilica è conservata una tomba, quella tomba, straordinariamente vuota. Da millenni, migliaia di uomini e donne hanno sfidato la morte per andare a vedere quella tomba vuota. Splendidamente vuota. Buffo: di solito le persone fanno viaggi per venerare un mausoleo che custodisce le spoglie di qualche grande politico, o cantante, o uomo spirituale. I cristiani vanno a vedere una tomba vuota. E questo la dice lunga su quanto siamo anche noi un po’ fuori di testa! Perché quella tomba vuota ci dice che la morte non ha vinto.
E non vince.
Mai.