Gesù, mio Signore. Eccomi qui, davanti a te. Come ogni mattina ti vengo a trovare, per stare con te, perché tu mi parli, mi incoraggi, mi dia la forza per questo giorno che nasce. Ieri mi sono stancata, in giro per le strade di questa città chiassosa. Abbiamo trovato un’altra persona ai bordi di una strada, un uomo, con le piaghe, nudo senza neanche più la forza di cacciare gli insetti dal suo corpo; all’ospedale non l’avrebbero accettata e allora lo abbiamo portato nella nostra casa, le sorelle lo hanno medicato e gli sono state vicino. È musulmano. Signore, ora sei qui davanti a me. E sei lo stesso che ieri abbiamo preso dalla strada. Tu sei qui e io ti posso vedere; voglio memorizzare bene il tuo volto in questo piccolo pezzo di pane, perché, Gesù, è lo stesso volto che oggi incontrerò per strada affamato, sporco, malato, solo… È per questo che ogni mattina faccio venire qui con me le mie sorelle, per adorarti, per stare con te, perché loro ti riconoscano poi nelle persone che incontrano nel lavoro di tutti i giorni. Senza la preghiera la nostra carità sarebbe solo buonismo. Ma io voglio amarti Gesù, e chiedo alle mie sorelle che ti amino. Voglio amare te e voglio amare i poveri che oggi incontrerò; perché per poter amare abbiamo bisogno di un cuore puro, e la preghiera, questa intima relazione con te, purifica il cuore.
Alle volte sono stanca Signore. Il mio corpo cede, ormai non è più così giovane. Gesù dammi la forza, il coraggio. La sconfitta peggiore è lo scoraggiamento. Per questo ora sono qui davanti a te. Per ricordarmi che tu sei con me, mi dai la forza, mi chiedi amare queste persone, di amare Te in queste persone, perché i poveri sono il tramite attraverso cui amiamo Te. Ecco Gesù, devo andare. Ti guardo l’ultima volta, tu che sei qui vivo e vero. E tra un po’ uscirò da qui per rincontrarti nelle persone povere che oggi metterai sulla mia strada.
Madre Teresa
Gesù anche io sono voluto venire qui questa sera. Mi riconosci, sono François Xavier Nguyên Van Thuân. Devo dire che è strano per me rivederti qui in montagna, ero abituato a vederti insieme a me in quella cella del campo di isolamento in Vietnam, ricordi??? …per tredici lunghi anni! Quando mi hanno portato la non avevo con me niente: ho provato a riscrivere sulle mura della mia cella e su dei foglietti ricavati le frasi del vangelo che ricordavo…erano più di trecento. Sapevo che però tu non mi avresti abbandonato anche in quella gelida cella anche se dopo qualche giorno temevo di impazzire. Capii subito che non dovevo tanto cambiare la mia situazione, dovevo solo riempirla d’amore come tu ci insegni a fare. Dovevo stare con te faccia a faccia come questa sera. Ma certo non mi era facile! Come potevo stare con Te…non potevo dire messa! Mancava non tanto il pane…quello me lo passavano, ma il vino! Allora inventai uno stratagemma: scrissi una lettera a casa dicendo che mi serviva il vino come medicina dello stomaco. I miei capirono e mi inviarono il tutto in una bottiglietta per medicinali! E durante questi anni sei stato con me ogni giorno. Non c’era altare, ostensorio, tabernacolo. Tutto avveniva sul misero palmo della mia mano e…a dire il vero un tabernacolo l’avevo fatto, avevo rivestito un pacchetto di sigarette, per portarti sempre con te! Le guardie poco a poco mi capirono. Diventammo amici. Mi aiutarono. Mi permisero di tagliare un pezzo di legno in forma di Croce. Lo nascosi nel sapone. Mi tagliai un pezzo piccolo piccolo di filo elettrico. Mi prestarono due piccole tenaglie. Mi aiutarono a lavorarlo. Questa Croce che porto è fatta con il legno della prigione e quel filo elettrico! Questa Croce è una continua chiamata: amare sempre! Perdonare sempre! Vivere il presente per il tuo Vangelo!
Vescovo François-Xavier Nguyên Van Thuán
PREGHIERA
Salmo 117
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode,
perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.
Alleluia.